Sinossi
Milano. La famiglia di Vincent e Amelia gestisce da molti anni a Chinatown un negozio per suicidi e nella vita non sembra vedere altro che dolore e sofferenza.
Un giorno di ottobre piomba nella pace domestica il nipote, il piccolo Robespierre, amante della vita, che con tutto il candore dell’infanzia si propone un’attenta e scrupolosa opera di ottimistico sabotaggio ai danni dell’attività degli zii.
Una storia a sfondo macabro, ma anche divertente e ironica, sulla vita, sulla morte e sui sentimenti.
Commento
Era solo ieri che scrivevo per proporvi “l’anteprima” di questo libro ed oggi sono già pronta a raccontarvelo, l’esiguo numero di pagine, solo 120, di certo mi ha aiutato nell’impresa , ma attenzione non giudicate l’opera dal suo volume, perché se lo faceste commettereste un gravissimo errore(!!!!).
Morire dal ridere è un libro veramente delizioso, Antonietta Usardi, mescola sapientemente lo Homur nero tipico della famiglia Addams, (che il nucleo familiare protagonista di questa storia tanto mi ricorda), con la magia e la spensieratezza e le atmosfere solari di Rodari, non so perché mentre leggevo mi veniva in mente C’era due volte il barone Lamberto creando una miscela che incatena il lettore alle pagine trasportandolo in un mondo si dark, ma anche brioso.
La caratterizzazione dei personaggi è particolareggiata e vivida, ognuno di essi ha un proprio spessore, persino i fuggevoli clienti del negozio restano impressi nella memoria del lettore; Tanto da spingerlo a interrogarsi su come sarà il prossimo. È indubbio che questa bravura nella caratterizzazione raggiunge il suo apogeo con Robespierre il piccolo di casa, strappa un sorriso ogni volta che entra in scena, anche per via della sua parlata tipicamente infantile e della sua solarità contagiosa.
Lo stile narrativo, di Antonietta scorrevole e brillante fa il resto.
Certamente un ottimo di inizio di quella che mi auguro possa essere una lunga e prolifica carriera.
Consigliato!!!
Giudizio:
Cum Laude
Penso proprio che lo leggero'
Cris