*L’utilità delle recensioni negative nell’era digitale

Recensioni negative
Dall’internazionale una riflessione sulle recensioni negative nell’era digitale

Ho appena finito di leggere un intrigante articolo di *Internazionale* [ qui], originariamente pubblicato sull’*Economist*, intitolato “Non esistono più le stroncature di una volta.” L’articolo inizia citando esempi di celebri autori che, nella loro carriera, hanno affrontato critiche aspre.

Ciò che colpisce è la statistica che nel solo Regno Unito, nell’ultimo anno, sono stati pubblicati 153.000 libri. Questo significa una media di 420 nuovi titoli al giorno. Con una tale quantità di libri in circolazione, è naturale che alcuni possano non rispondere alle aspettative dei lettori.

Tuttavia, l’articolo evidenzia una tendenza preoccupante: la crescente rarità delle recensioni negative. Una delle cause identificate è l’avvento di Internet. Ed è qui che mi sento chiamata in causa. Le recensioni negative sono in declino perché molti recensori temono le potenziali reazioni avverse da parte di autori e fan.

Navigando nel web da oltre 16 anni, ho iniziato a scrivere recensioni letterarie poco dopo la nascita del fenomeno del self-publishing in Italia. E ho osservato un cambiamento: molti autori esordienti auto pubblicati odierni desiderano, oggi, avere un’anteprima della recensione e concedono il permesso di pubblicazione solo se il feedback è positivo.

Discutendo di questo fenomeno con Cristiana, mia stretta confidente e self-publisher di lunga data, abbiamo osservato come molti autori emergenti rifiutino qualsiasi tipo di critica. Tendono a considerare il loro libro come un figlio intoccabile, credendo che solo elogi siano ammissibili.

Questo fenomeno non fa che sottolineare una realtà inquietante: la riluttanza di molti a accettare critiche, anche costruttive. Si può paragonare il proprio libro a un figlio, ma ciò non dovrebbe impedire un dialogo aperto e onesto.

Ognuno ha il diritto di perseguire i propri sogni. Ma se si decide di entrare nel competitivo mondo dell’editoria, è fondamentale essere pronti a ricevere ogni tipo di feedback. La critica, se ben argomentata, può offrire preziose indicazioni per crescere come scrittore.

Per coloro che, come me, sono coinvolti nel mondo delle recensioni, l’invito è a mantenere l’onestà e la sincerità delle proprie opinioni. Censurarsi per paura delle reazioni sarebbe il primo passo verso una forma di autocensura. In un’epoca di rapidi cambiamenti, sia a livello mondiale che culturale, è essenziale restare vigili e impegnarsi in una critica autentica e costruttiva.

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