La vegetariana di Han Kang è stato il testo vincitore del Man Booker International Prize nel 2016, romanzo particolare che suggerisce profonde riflessioni
La vegetariana di Han Kang (Adelphi, 177 pp. brossura 18.00 €, e-book 9.99 €) pubblicato per la prima volta il 30 ottobre 2007, nel 2016 ha vinto il Man Booker International Prize.
Ambientato nella Corea del Sud contemporanea il romanzo ci narra di una donna, Yeong-hye, e della sua scelta di diventare vegana (per tutto il libro si parla di vegetarianismo, quando in realtà la protagonista esclude qualsiasi alimento di origine animale compresi latticini e uova ndr). Scelta alla base della quale non vi è nessuna motivazione morale o religiosa, ma viene compiuta per colpa di un incubo.
Attraverso questo espediente narrativo la Kang ci racconta come questo cambiamento di dieta porterà la protagonista a modificare i suoi rapporti interpersonali e con l’ambiente che la circonda.
Tutta la vicenda ruota intorno a Yeong-hye e alla sua alimentazione, vi sono poi tre descrittori: il marito, il cognato e la sorella sono loro ad aiutarci a tracciare il suo profilo e la sua storia.
Tutti e quattro sono delineati in maniera perfetta, anche se in verità il lettore sentirà la vera voce di Yeong-hye solo in occasione dei suoi incubi.
Il narratore è esterno, i punti di vista dai quali viene esposta la storia come già detto in precedenza sono tre.
La vegetariana di Han Kang non è un libro per chi vuole modificare il proprio regime alimentare, ma è invece un romanzo sulla libertà di scelta, sulla ribellione, sulla condizione della donna e sul rapporto uomo-natura.
Il vegetalismo e il vegetarianismo non sono ben capiti e accettati in una società come quella coreana dove la carne è un alimento cardine della dieta, quindi prendendo tale decisione Yeong-hye implicitamente sfida la società coreana ad accettarla per questa sua nuova diversità.
Sempre attraverso ciò la protagonista si sottrae alle imposizioni maschili, che la vorrebbero accomodante, remissiva e servile, diventando determinata e stoica.
La Kang mescola tanti registri narrativi quanti sono punti di vista, questo però senza che lo stile ne risenta almeno per le prime sessanta pagine, poi perde leggermente in scorrevolezza.
Concludendo La vegetariana di Han Kang è un romanzo psicologico di indubbio valore artistico e sociale che consiglio caldamente a chi vuole iniziare una profonda riflessione sulla propria vita.
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