La Libroterapia. Una disciplina affascinante
La Libroterapia: tra letteratura e cura.

Joseph Conrad una volta ha detto si scrive solo una metà del libro l’altra metà spetta al lettore. Questa frase ha sempre avuto un significato profondo per me, poiché ogni storia e ogni libro che leggiamo ha un impatto unico, dipendente da chi lo afferra tra le mani e chi lo legge.
Per me, la lettura è sempre stata un porto sicuro, un luogo dove rifugiarmi per estraniarmi dal mondo circostante, soprattutto durante quell’estate del 1990, quando, ancora bambina, ho scoperto “Piccole Donne” di Louisa May Alcott. L’avventura di Amy March mi ha trasportata in un’America che già allora non esisteva più, ma che io trovavo affascinante.
Da quel momento, ho incontrato molte protagoniste di carta e inchiostro che mi hanno tenuto per mano durante il viaggio della vita.
Anche adesso, che sto affrontando un periodo emotivamente complicato, oltre alla presenza costante di mio marito e dei miei amici, i libri fanno parte del salvagente a cui sono aggrappata.
Questo amore per i libri mi ha spinto, nel 2013, a correre in libreria per acquistare un saggio dal titolo “Curarsi con i Libri”, pubblicato dai tipi di Sellerio. Non potevo resistere a un titolo così evocativo, poiché i libri sono sempre stati la mia cura, una fonte di conforto in ogni circostanza.
Qualche tempo dopo, ho avuto l’opportunità di assistere a un convegno sulla Libroterapia, un campo in continua evoluzione all’interno della psicologia. Tra i relatori c’era una giovane e talentuosa professionista toscana di nome Rachele Bindi. Il suo intervento mi ha aperto gli occhi su questa disciplina straordinaria, che usa i libri come strumento di guarigione e crescita personale.
Da allora, la Libroterapia ha iniziato a intrigarmi sempre di più. Ho scoperto come i libri possano fungere da specchio, riflettendo le nostre emozioni e aiutandoci a scoprire nuove prospettive. Ogni pagina è un viaggio verso la comprensione di sé stessi e del mondo circostante.
Qualche accenno di storia
Le storie hanno da sempre esercitato un potere curativo, lenendo il dolore emotivo e ispirando speranza. Nel XX secolo, lo psichiatra Samuel Crothers coniò il termine “Libroterapia” per descrivere l’uso terapeutico dei libri come strumento di cura emotiva e spirituale. Nel corso degli anni, vari professionisti della salute mentale e letterati hanno ampliato questo concetto, riconoscendo il ruolo positivo della lettura nel benessere mentale.
La Libroterapia, conosciuta anche come terapia letteraria, rappresenta una pratica affascinante che unisce la lettura e la cura di sé, aprendo nuovi orizzonti emotivi e spirituali.
Karl A. Menninger, insigne psicoanalista, fu uno dei pionieri a portare la Biblioterapia alla luce nel XX secolo. Egli esplorò il legame tra letteratura e benessere mentale, riconoscendo il potere catartico delle storie nella guarigione interiore.
Menninger svolse un ruolo cruciale nel promuovere l’approccio psicodinamico nella cura dei disturbi mentali. Egli integrò la Libroterapia nella pratica clinica del Menninger Clinic, dimostrando come i libri potessero aiutare i pazienti a esplorare emozioni, identificarsi con i personaggi e trovare ispirazione.
La diffusione della Libroterapia grazie a Internet e ai social media ha certamente abbattuto un tabù radicato nella nostra società riguardo alla salute mentale.
Questa pratica terapeutica ha mostrato la sua efficacia nell’offrire conforto e supporto, aiutando le persone a esplorare le emozioni e a trovare ispirazione attraverso la lettura.
Tuttavia, questa ampia esposizione ha anche portato a diversi problemi, di cui io stessa sono stata testimone durante il lockdown imposto dalla pandemia di COVID-19. Durante quel periodo, un’app vocale di nome Clubhouse è diventata popolare, consentendo agli utenti di creare stanze di discussione su vari argomenti, inclusa la Libroterapia. In alcune di queste stanze i partecipanti potevano confrontarsi e ricevere consigli di lettura in base ai problemi esposti.
La Libroterapia è una disciplina seria e deve essere condotta come qualsiasi altra terapia, con l’assistenza di un professionista qualificato. Non è compito di un libraio o di un bibliotecario agire come terapeuti. Mi preme sottolineare che i librai e i bibliotecari hanno un ruolo fondamentale nel fornire raccomandazioni di lettura, ma non possono sostituire la competenza di un terapeuta esperto nel campo della Libroterapia.
Il ruolo dello psicoterapeuta psicologo nella libroterapia:
Sebbene la lettura di un libro possa essere una pratica autonoma, la vera essenza dellaLibroterapia risiede nell’interazione tra il lettore e il testo. Perché questo processo sia efficace e sicuro, è essenziale coinvolgere uno psicoterapeuta psicologo, esperto nel campo della libroterapia. Questo professionista ha le competenze e la formazione necessarie per guidare il paziente attraverso il percorso di lettura, interpretando le reazioni emotive e aiutando a comprendere i significati nascosti dietro le parole.
Personalizzazione del trattamento:
Ogni individuo ha esperienze di vita uniche e affronta sfide personali diverse. Lo psicoterapeuta psicologo è in grado di personalizzare la libroterapia per soddisfare le esigenze specifiche del paziente. Attraverso conversazioni approfondite e sessioni di lettura strutturate, lo psicoterapeuta può individuare temi, simbolismi e metafore nel testo che sono rilevanti per il processo terapeutico del paziente. Questo livello di personalizzazione è impossibile da raggiungere con un semplice consiglio di lettura o da una lettura casuale.
Analisi dei processi inconsci:
Uno degli aspetti più potenti della libroterapia è la capacità di esplorare e comprendere i processi inconsci del paziente. Spesso, i libri possono risvegliare emozioni, ricordi o pensieri repressi che potrebbero essere difficili da affrontare senza l’adeguato sostegno professionale. Lo psicoterapeuta psicologo è in grado di guidare il paziente attraverso queste scoperte, fornendo un ambiente sicuro e accogliente per esplorare tali emozioni e integrarle in un percorso di guarigione.
Rischi dell’improvvisazione:
L’improvvisazione della libroterapia, senza il supporto di uno psicoterapeuta psicologo, può essere potenzialmente dannosa per il paziente. I libri affrontano spesso temi e contenuti emotivamente intensi, e la lettura senza una guida professionale può portare a fraintendimenti o ad un’interpretazione errata del testo. Ciò potrebbe causare un aumento del disagio emotivo o un senso di alienazione, vanificando l’effetto terapeutico desiderato.
Come menzionato precedentemente, la dottoressa Rachele Bindi, psicologa e psicoterapeuta toscana, è stata una figura determinante che mi ha spinto ad approfondire il mondo della libroterapia. I suoi saggi, focalizzati sulla libroterapia e sulla lettura in generale, hanno rafforzato ancor di più la mia convinzione che questa forma di terapia richieda competenze specializzate.
Purtroppo, a causa di varie ristrutturazioni del blog, le recensioni dei suoi lavori sono andate perdute, ma non intendo lasciarle nell’oblio. Al contrario, ho l’intenzione di ripubblicarli presto, poiché ritengo che siano indispensabili per comprendere appieno il prezioso legame tra lettura e terapia.