La casa delle bambole di Fiona Davis

La casa delle bambole è l’opera prima di Fiona Davis che trasporta il lettore nella New York  degli anni 50. Un lavoro femminile e femminista  al contempo.

La casa delle bambole è l’esordio letterario di Fiona Davis edito da HarperCollins (pp.406 copertina rigida 18,00 € e-book 9,99 € )

Un romanzo particolare quello che l’autrice americana ci regala come opera prima, ambientato tra gli anni 50 e il 2016 al Barbizon Hotel di New York.

L’albergo ,un tempo residenza prettamente femminile ora complesso abitativo per il ceto medio della Grande Mela, fa da sfondo alle  vicende private e sentimentali di due donne, tanto diverse tra loro, quanto molto simili: Rose Lewin, giovane e valente giornalista che da poco si è trasferita al Barbizon con il fidanzato Griff e  Darby McLaughlin, inquilina dello storico edificio da ben sessantaquattro anni. Le loro storie grazie a una serie di eventi s’intrecceranno fino quasi a sovrapporsi donando al  lettore più attento un ritratto fedele e veritiero  di quanto le donne abbiano faticato e fatichino tutt’ora per affermate la propria indipendenza e autonomia.

Il narratore è esterno e questo ci permette di avere una visione più ampia dei fatti narrati.

Tutti i personaggi sono degli individui ben delineati, verosimili a cui ci affezioniamo con il passare delle pagine.

La mia preferenza anche  questa volta va due dei personaggi secondari: Esme e Sam, quando uno dei due entrava in scena la mia curiosità saliva alle stelle.

Lo stile è ricercato ma fluido, capace di ricreare e far rivivere a chi legge le atmosfere della New York  del Bebop; tutto questo mescolando sapientemente insieme più registri narrativi e più linguaggi settoriali.

Inoltre ho veramente apprezzato le citazioni musicali che Fiona Davis ha disseminato per tutto il libro.

In conclusione, La casa delle bambole è un ottimo esempio di narrativa contemporanea dove la scrittrice è riuscita pienamente nell’intento di  rapire il lettore, rendendolo poi partecipe delle vicissitudini narrate.

L’unico appunto  che mi sento di muovere  riguarda il finale, a mio modestissimo parere leggermente sbrigativo e affrettato, ma quasi sicuramente questa considerazione rientra nell’ambito dei gusti personali.

 

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