Intervista a Laura Donnini Amministratore Delegato di RCS Libri.
Il 9 febbraio scorso, come già sapete, si tenuta la conferenza stampa per il lancio di #ioleggoperché iniziativa fortemente voluta dall’AIE e sostenuta da tutti gli operatori editoriali volta a promuovere la lettura (qui l’ articolo firmato da me e Beatrice Verga, ndr).
Dottoressa Donnini, può spiegare ai visitatori di Letture al contrario com’è nato #ioleggoperché? Ci può dire cosa succederà una volta che i 24 titoli saranno in mano ai Messaggeri?
L’iniziativa, unica nel suo genere così come la mobilitazione incredibile che ha messo in campo, è nata per contagiare alla lettura chi non conosce ancora il piacere dei libri, e stimolare chi legge poco o chi ha abbandonato l’abitudine a leggere. I dati del 2014 sono purtroppo significativi nella loro crudezza: la percentuale di chi legge libri è scesa dal 43 per cento registrata nel 2013 al 41,4% del 2014. Un saldo negativo pari al 3,4%. Ciò significa che l’anno scorso sono uscite dal mercato della lettura quasi 820mila persone, passate così nella categoria dei “non lettori”, che in Italia raggiunge quasi il 60 per cento della popolazione. Una percentuale preoccupante.
#ioleggoperché nasce da questa presa d’atto, e dal senso di responsabilità che tutta la filiera del libro sente nei confronti della promozione della lettura come fattore di crescita e di sviluppo di una nazione.
Abbiamo allora immaginato quale potesse essere il modo migliore per convincere un “non lettore” ad avvicinarsi alla lettura, e la risposta è stata quasi automatica: il dialogo con un lettore appassionato. Chi meglio dei lettori forti, convinti, assidui può infatti spiegare e trasmettere l’autenticità della passione per i libri?
I Messaggeri non saranno quindi soltanto gente del mestiere – come gli scrittori, i traduttori, i librai, gli editori, i bibliotecari e gli artisti che stanno aderendo all’iniziativa. I Messaggeri siamo tutti noi che leggiamo e saranno, per primi, gli studenti universitari che distribuiranno gratuitamente i 24 libri sui treni di tutt’Italia il 23 aprile, giornata mondiale del libro.
Questi 24 titoli di narrativa sono stati scelti perché sono romanzi di qualità che hanno dimostrato, con i loro dati di vendita, di appassionare anche chi normalmente non legge. Sono libri che hanno conquistato negli anni il pubblico per la loro capacità di raccontare storie a tutti. Insomma, crediamo ancora nell’importanza del libro come oggetto di valore da condividere, da “donare”. Un gesto speciale, unico, che crediamo possa essere di per sé un potente fattore di promozione.
Anche la scelta di distribuirli gratuitamente nelle piazze e sui treni non è ovviamente casuale: due luoghi ideali e fisici che possono raggiungere tutti gli strati della popolazione. Anche qui ci vengono in aiuto i dati: nel 2014 sono calate quasi tutte le tipologie di lettore, sia le donne, che tradizionalmente leggono di più, sia gli uomini, così come è scesa la percentuale non solo al Sud ma anche al Nord, dove si leggeva di più.
Secondo i dati Istat 820.000 persone sono passate da lettori a non lettori, tutto questo in un anno: secondo lei perché?
Purtroppo le cause di un fenomeno così complesso sono difficilmente individuabili perché, si sa, l’abitudine a leggere dipende da molti fattori, non riassumibili dai freddi dati del mercato editoriale. Per lo stesso motivo, credo che il calo registrato nel 2014 abbia radici lontane, originato da un trend negativo sotterraneo che taglia trasversalmente la nostra società e che, proprio per questo, deve indurre una riflessione collettiva non solo da parte di tutti gli attori della filiera del libro, ma anche da parte delle istituzioni. Che infatti hanno risposto al nostro appello aderendo con convinzione a #ioleggoperché, iniziativa che ha il sostegno del ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, del Comune di Milano, dell’Anci e della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane.
Parlando invece di scrittori in Italia, come nel resto del mondo, è esploso il “self-publishing”. Lei non è solo il vice presidente dell’AIE, ma anche il CEO di un Gruppo editoriale di spicco quale RCS Libri. Come vede il fenomeno dell’autopubblicazione? Può essere considerata una risorsa o un ostacolo per il mondo editoriale, già messo a dura prova da una crisi economica, e di settore, sempre più importante?
Credo che il self-publishing non sia un fenomeno da temere, anzi. Alcuni nostri titoli di successo – penso per esempio alla letteratura Young Adult – sono stati clamorosi casi di self-publishing prima di venir pubblicati dalle nostre case editrici. Credo si tratti di un fenomeno non soltanto fisiologico dei nostri tempi, ma pure un importante segnale di vivacità artistica e culturale, che non va né ostacolato né tantomeno sottovalutato.
Detto questo, l’editore continua a giocare un ruolo insostituibile per il lavoro di editing, produzione, distribuzione e comunicazione di un libro.
Letture al contrario vuole essere principalmente una vetrina per autori esordienti ed emergenti italiani e, quindi, mi chiedo: all’interno dell’azienda da lei diretta con quanto interesse guardate alla pépinière italiana?
Da sempre guardiamo con interesse ai romanzi d’esordio, che difatti fanno parte delle nostre proposte editoriali. Credo che anche questa, insieme alla promozione della lettura su cui stiamo investendo con #ioleggoperché, sia una funzione “nobile” di ogni casa editrice. D’altronde, è un fatto storico: ogni grande scrittore è stato prima di tutto un esordiente.
In tema di selezione, prediligete invii diretti o quelli che avvengono tramite intermediari (e.g. agenti letterari)? Restando in questo ambito, in caso di invio diretto, quanta importanza dà la vostra casa editrice alla sinossi del manoscritto e quanto, invece, al curriculum professionale dell’autore?
Come gestite la selezione dei romanzi? Vi appoggiate ad agenti oppure valutate il materiale inviato direttamente dall’autore? Cosa rende una proposta editoriale interessante?
La selezione dei manoscritti è uno degli aspetti più affascinanti del nostro lavoro. E anche dei più complessi, perché richiede una grande competenza, una conoscenza approfondita del mercato così come un dialogo continuo con i lettori, per intercettarne e anticiparne gusti e tendenze. Diciamo che è un abile gioco di equilibri tra diverse variabili, che sono poi le stesse che fanno il successo o l’insuccesso di un titolo. Certo è che non ci si può fermare alla sinossi per giudicare le potenzialità di un libro, e in questo i responsabili editoriali delle singole case editrici del nostro gruppo dedicano molta professionalità e serietà.
Altrettanto prezioso è il lavoro svolto dagli agenti letterari, che danno un supporto importante alle case editrici non solo perché sono in contatto diretto con gli autori, ma anche perché spesso dispongono di una conoscenza molto approfondita del panorama editoriale degli esordienti, rappresentando quindi un vero valore aggiunto per le case editrici.
Quali sono le caratteristiche che ricercate in una storia?
Anche qui vale lo stesso discorso: la bellezza e il fascino della letteratura, nonché il piacere di leggere, hanno a che fare con la ricchezza dell’espressione creativa e con gli interessi variegati dei lettori. Ognuna delle case editrici del nostro gruppo editoriale offre un catalogo di narrativa che tocca tutti i principali generi letterari. Certo è che, secondo noi, ogni storia dovrebbe sempre rispondere a due criteri fondamentali: la qualità e la piacevolezza. Che sono poi i criteri con cui abbiamo scelto i titoli proposti a #ioleggoperché.
Per finire, parliamo per un momento di un altro fenomeno legato al mondo editoriale: i blogger letterari. Uno spazio nel web può garantire un discreto mezzo pubblicitario per gli autori, ma può anche trasformarsi in un segnalatore di talenti? Come pensa che dovrebbe essere costituito un blog, per poter essere realmente di aiuto agli autori? E come dovrebbe porsi nei confronti degli editori?Questi si collocano a metà tra editori e autori. Secondo lei come si stanno sviluppando e quali potenzilità hanno?
Quella dei blogger è una realtà molto vivace, che noi teniamo in grande considerazione. La capacità della rete di fotografare in tempo reale le emozioni del pubblico è diventata senza dubbio una risorsa fondamentale per chi produce libri. Non credo però che ci siano regole precise a cui attenersi, salvo il rispetto dei propri lettori, ai quali deve essere garantita sempre l’autenticità dei contenuti e la serietà nella scelta degli autori e delle proposte letterarie da promuovere.