Intervista a Jury Livorati{Il tè delle cinque}
Torna oggi la rubrica Il Tè delle cinque- due chiacchere con… dove davanti una tazza di tè intervisterò per voi gli autori che sono già stati ospiti di Letture….Oggi abbiamo con noi Jury Livorati autore de L’eredità un romanzo dark fantasy edito dalla Zerounoundici( qui la mia recensione)
Ciao Jury grazie per avermi concesso quest’intervista in cui spero approfondiremo alcuni elementi del tuo libro. Prima però ci vuoi raccontare qualcosa di te?
Ciao e grazie a te per l’invito. Per quanto mi riguarda, sono un ragazzo di 27 anni, sposato e con due figli, che fortunatamente lavora come impiegato e che ha tanti sogni nel cassetto. Il primo era quello di mettere su famiglia e l’ho realizzato in pieno e per tempo. Tra gli altri c’era e c’è quello di scrivere e pubblicare libri e al momento anche questo sembra avviarsi verso un esito positivo, dopo praticamente quindici anni di perfezionamento, cadute e risalite. In linea generale mi definisco come un amante della vita che non vuole sedersi e aspettare, ma preferisce rilanciare sfide sempre nuove a se stesso.
Come è nata in te la passione per lo scrivere?
La passione per la scrittura è nata come diretta conseguenza dell’amore per la lettura, che mi ha fulminato all’età di undici anni coi primi romanzi “adulti” e che mi ha insegnato la bellezza del viaggio mentale in luoghi e con persone create dalla fantasia di uno scrittore. Proprio il desiderio di trasmettere ad altri emozioni attraverso le parole mi ha spinto a muovere i primi passi, ad abbozzare i primi racconti. La fantasia, per fortuna, non mancava e non manca. Quello che dovevo affinare e su cui continuo a lavorare erano l’originalità, con l’inserimento di elementi unici e diversi dalla solita minestra, e lo stile, per acquisirne uno che fosse solo mio.
Credo che un buon scrittore, debba essere necessariamente anche un buon lettore. Cosa ti piace leggere nel tempo libero? Hai qualche genere o autore preferito? Prediligi versioni cartacee o anche i moderni eBook?
Ti ho parzialmente risposto nella domanda precedente. Sono ancora un buon lettore, anche se lontano dai ritmi e dai numeri dell’adolescenza, quando leggevo anche una trentina di libri all’anno (che, mi rendo conto, sono pochissimi rispetto a quelli di molti altri lettori). Il primo periodo è stato monopolizzato da Stephen King, di cui ho letto moltissimo ma non tutto. Crescendo mi sono spostato su altri autori e altri generi, ma quello che cerco è il realismo nelle descrizioni, la forza dei personaggi, l’azione, il mistero, la capacità di trascinare il lettore. Difficilmente leggo e apprezzo libri lontani dal thriller e dall’horror, con rare eccezioni, come “La solitudine dei numeri primi”, “Ulisse” di Joyce, la saga di “Harry Potter”.
Prediligo assolutamente il libro cartaceo. L’ebook è interessante come idea, ma nella pratica mi stanca gli occhi e mi distrae dalla storia. Non mi cattura. È freddo, per così dire.
Com’è nata L’eredità ti va di spiegarcelo? Quanto tempo hai impiegato a scrivere L’eredità?
Le idee per racconti e romanzi nascono all’improvviso, mi colpiscono e si impossessano di me, poi si evolvono nella mia mente e nell’atto pratico della scrittura. A tal proposito mi permetto di rimandare chi è interessato al post “L’immagine” sul mio blog. Nel caso dell’Eredità, la primissima bozza di trama, annotata addirittura su un post-it perché non “scappasse”, risale al 2004. Tutto nacque da un sogno, di cui ricordo solo l’atmosfera verde fosforescente e me stesso paralizzato su un letto con strane figure intorno. La scena, l’immagine era forte. Il giorno dopo pensai a come sarebbe stato scriverla. Cominciai a chiedermi che cosa potesse ruotare intorno ad una simile situazione. Aggiunsi idee su idee e scrissi di getto le prime 80 pagine, che sono cambiate poco nella versione definitiva.
Poi mi bloccai, abbandonai tutto, mi dedicai ad altro. Per anni, a dire il vero, tra Università e famiglia, smisi di scrivere. Ma l’idea rimase sempre nella mia mente.
Nel 2011, dopo aver autopubblicato il mio primo romanzo, di genere completamente diverso dall’Eredità, l’entusiasmo mi portò a riprendere quelle 80 pagine. Ripresi a scrivere con continuità e decine di idee si tradussero in parole, alcune fedeli al progetto originale, altre del tutto nuove e decisive per la trama. In tre mesi finii la prima bozza ed ecco “L’eredità”. Avrei altri mille aneddoti, ma forse sarebbero più interessanti per me che per chi legge.
Hai mai sofferto del blocco dello scrittore?
Non ho mai sofferto, finora, del blocco dello scrittore, inteso come quella orribile situazione in cui ti siedi davanti al computer e non sai come riempire il foglio. Di solito, quando mi metto alla tastiera è perché sono pronto a vomitare pagine, come quando, concedimi il paragone, arrivi al water proprio all’ultimo minuto…
Piuttosto ho vissuto l’incapacità di arrivare alla fine di progetti complessi. Tra i quattordici e i quindici anni mi sono dedicato a un romanzo horror di cui oggi conto quasi 400 pagine, ma che non sono riuscito a finire. Il fatto è che, in quegli anni, ero come intimorito dall’idea di portare a compimento un romanzo così lungo, sentivo il peso della responsabilità di doverlo finire e di doverlo finire bene. Per questo mi dedicai, negli anni successivi, a racconti, che nel giro di due giorni e una ventina di pagine erano compiuti.
Con il romanzo M@rcello ho finalmente rotto il ghiaccio e ho cominciato a vedere i romanzi solo come racconti un po’ più lunghi… adesso, fortunatamente, non riesco più a fermarmi, continuo a scrivere e sfornare nuove idee. E finché il ferro è caldo…
Descrivi L’eredità usando tre parole.
Destino. Ribellione. Mistero.
C’è un messaggio ne L’eredità che vuoi che i tuoi lettori facciano proprio?
Non metto la morale nelle mie storie. È un concetto lontano dal genere che tratto e che, anche indirettamente, segnerebbe un’invasione dell’autore nella storia. Io voglio starne al di fuori.
C’è semmai un messaggio nella mia breve “storia” da scrittore emergente: mai arrendersi. Scrivo da quindici anni ormai, con brevi interruzioni, e ho pubblicato solo l’anno scorso. Ad oggi ho venduto poco più di 100 copie e non ho guadagnato niente. Ma dovrei fermarmi per questo? Dovrei frenare la mia voglia di creare, ignorare le idee che affollano la mia mente, come se scrivere fosse l’ennesimo tentativo materiale di fare soldi o diventare famoso? Per me scrivere è una passione e una missione personale: l’obiettivo è rendere la mia vita meno noiosa, meno piatta, meno ordinaria. Il messaggio è questo: scrivere non deve essere un business. Scrivere deve essere come amare.
Hai una scena o un personaggio preferito. Se si quale?
Adoro la scena del villaggio medievale. Mi è venuto in mente di aggiungerla dieci minuti prima di sedermi al computer, non era prevista in nessun progetto. Non ho pensato molto prima di abbozzarla, altrimenti mi sarei fermato, perché scrivere del passato è pericoloso, col rischio di anacronismi e inesattezze storiche. Mi sono tuffato a bomba e in una sera, in due ore, ho scritto tutta la parte medievale del romanzo. Ho verificato che la zona del modenese fosse interessata dal fenomeno della caccia alle streghe, ho riletto il tutto e l’ho trovato meraviglioso. Scorrevole, credibile, intenso. Soprattutto la fase della “lotta a colpi di salmi”, chiamiamola così. Il mio passo preferito. In molti mi hanno detto di averlo apprezzato e che avrei potuto estenderlo.
Prima di salutarci parlaci dei tuoi futuri progetti di scrittura hai in cantiere una nuova opera? Di cosa parla?
A brevissimo saprò se il mio nuovo romanzo verrà pubblicato. Sarà il primo capitolo di una trilogia fantasy (non classico) di cui ho già in mano anche il secondo manoscritto e parte del terzo, tanto per rassicurare chiunque sia interessato che la storia non resterà incompiuta né richiederà decenni. E ho decine di progetti, che ho raccolto sul mio blog, che ancora vi invito a visitare. Insomma, se qualcuno si affezionerà a me non resterà deluso: il mio obiettivo è quello di pubblicare un libro all’anno. Chiunque voglia accompagnarmi nel viaggio è ben accetto.
Letture al contrario vuole ringraziare Jury Livorati per la pazienza la disponibilità e ovviamente le sue opere
Ricordiamo inoltre che potete acquistare L’eredità previa prenotazione presso qualsiasi Libreria oppure se volete la comodità di riceverlo a casa o ancora amate gli ebook potete usare il bottone qui a lato