intervista a Barbara Nalin autrice

Oggi per il Tè delle cinque intervistiamo Barbara Nalin una delle due autrici di Nella tela del Tempo
Ciao Barbara, grazie per avermi concesso quest’intervista in cui spero approfondiremo alcuni elementi del tuo libro. Prima però ci vuoi raccontare qualcosa di te?
Sono una persona semplice, solare e coerente. Dico sempre: la coerenza prima di tutto. Un altro cardine della mia vita è il “rispetto”, non tollero le persone che non hanno rispetto e che danno giudizi senza essere bene informate. In famiglia mi dicono che sono una “pessimista”, io rispondo che un pessimista è un ottimista ben informato. Ecco, io sono così. Mi piace leggere (naturalmente direte voi), ma soprattutto mi piace comprare libri e accatastarli ovunque. Ho la sindrome dello shopping compulsivo! Mio marito, che è architetto, dice sempre: “Le cose sono due tesoro, o abbiamo pochi mobili dove mettere le nostre cose o abbiamo troppe cose, e mi riferisco ai libri. Io propendo per la seconda opzione.” In effetti, di libri ce ne sono tanti, li metto dappertutto e a volte mi dimentico pure di averli.
Come è nata in te la passione per lo scrivere?
Premetto che non sono una di quelle persone che hanno iniziato a scrivere fin dalla tenera età, che sapevano fin da subito quello che avrebbero voluto fare nella vita, (come le invidio quelle persone!), no, io non lo sono mai stata. Mi limitavo a seguire la strada tracciata per me dai miei genitori, quindi una scuola di Perito Aziendale e Corrispondente in Lingue Estere alle superiori e una laurea in Lingue e Letterature Straniere, tutti desideri di mamma. Poi, all’incirca all’età di 20 anni, ho cominciato a sentirmi diversa, c’era qualcosa dentro di me che si stava muovendo, qualcosa che mi tirava da qualche parte, che stava scavando, che mi metteva ansia e desiderio di verità. Ho cominciato ad ascoltarmi, a sentire dove mi portava la mia sensibilità e desiderio di verità, non nego che la strada è stata lunga e non sempre facile ed è solo da qualche anno che ho preso forza e coscienza di volermi dedicare completamente alla scrittura.
Credi che un buon scrittore, debba essere necessariamente anche un buon lettore. Cosa ti piace leggere nel tempo libero? Hai qualche genere o autore preferito? Prediligi versioni cartacee o anche i moderni eBook?
Assolutamente! Mi chiedo sempre come si fa a essere un buon scrittore se non leggi mai o poco? Leggere aiuta a migliorare il tuo scrivere, a rendersi conto di quali idee stanno viaggiano nell’universo e di come evolve anche il linguaggio. Ai miei figli di 11 e 12 anni dico sempre: “Non riuscirai mai a fare un buon tema, se non leggi.” E purtroppo la scuola non aiuta. Ricordo che quando ho provato a dire agli insegnanti dei miei figli di costringerli a leggere, dando loro due libri al mese, mi è stato detto che la lettura deve essere un piacere non un obbligo. Sono rimasta allibita! E mi sono detta: e come fanno a capire che può essere un piacere se nessuno li guida per quella strada? E poi ci lamentiamo che questi ragazzi non sanno scrivere! Come possono farlo? A mio avviso, la scrittura è un’arte che va imparata e nutrita costantemente, giorno dopo giorno. Mi piace leggere di tutto, dal fantasy alla narrativa in generale, ma prediligo i romanzi d’amore, quelli pieni di pathos e passione. Autori preferiti? No, a essere sincera no. Di solito, vado in libreria, guardo le copertine, leggo la quarta di copertina e se mi ispira lo compro. Tento di non leggere mai le recensioni on line, perché mi faccio condizionare, perciò vado secondo il mio “sentire”. Mi piacciono entrambi. Ho comprato e-reader quest’inverno per i miei figli e poi l’ho preso in adozione io. Certo, il libro cartaceo mantiene ancora il suo fascino, perché mi piace sottolineare le frasi che mi hanno emozionato, ma avendo pubblicato un ebook, mi auguro che il fenomeno sia in continua crescita, anche se…
Com’è nato Nella tela del tempo ti va di spiegarcelo?
Nella Tela del tempo è nato un pomeriggio di cinque anni fa, grazie a Tiziana Recchia, che ha avuto l’idea di inserire in un romanzo la carta valori di un’azienda. L’idea dell’ambientazione e del Mulino è stata mia come pure quella dei personaggi.
Ne “Nella tela del tempo” hai parlato di anche di rapporti familiari, quale credi sia il segreto per un buon rapporto genitori/ figli?
Quanto di te c’è in Nella tela del tempo e quanto di Melita c’è in te?
Oddio, questa è una bella domanda! Penso che non ci sia una ricetta specifica per fan funzionare le cose, l’unica cosa che voglio per i miei figli è che si sentano “liberi” di scegliere, cosa che per me non è stata. C’è molto, non perché le storie della famiglia di Melita rispecchiano la mia, ma proprio perché “Nella tela del tempo” sono io, è la mia creatura. Melita rispecchia tutto quello che avrei voluto essere io e che non sono. E’ una donna forte, questo però lo sono anch’io, è temeraria, io non lo sono, sono sempre piena di paure e dubbi, sa quello che vuole e lotta per averlo. Forse in quello che dice, nelle parole che usa, come le usa, ecco lì sono io in tutto e per tutto. Una mia amica dopo averlo letto mi ha detto: “A volte, nei dialoghi, sembra che sia proprio tu a parlare.”
In questo romanzo sono state fondamentali a mio avviso le ricerche storiche e geografiche da te compiute, come ti sei mossa per svolgerle?
Per le ricerche, mi sono documentata molto, ho letto alcuni libri che trattavano proprio della storia dell’assedio turco e li ho fatti miei, li ho adattati al mio romanzo. C’è un pezzo dove Muscat ricorda i suoi Cavalieri trucidati e inchiodati su assi di legno dagli ottomani e gettati nel mare di fronte a Castel Sant’Angelo, ebbene, quella scena è veramente avvenuta, solo che il protagonista era il Gran Maestro Jean de la Vallette. La geografia dell’isola di Malta, la conosco abbastanza bene perché vi ho trascorso un soggiorno studio all’età di 18 anni e l’avevo visitata piuttosto bene.
Quanto tempo hai impiegato a scrivere Nella tela del tempo durante questo periodo ha mai sofferto del blocco dello scrittore?
Il tempo per scrivere il romanzo è stato di circa sei mesi, il lavoro duro è arrivato dopo con le revisioni e l’editing. Mi ha portato via altri quattro anni. Il blocco dello scrittore? No, non ne ho mai sofferto. Come diceva sempre mia nonna, ho una fantasia, sfrenata, smisurata al di fuori del comune, sono un vulcano in continuo fermento. L’unico problema, se di problema si può parlare, è stato il “paradosso temporale”, quello sì che mi ha fatto penare! Ma alla fine, documentandomi, sono riuscita a capire bene come funziona.
Descrivi Nella tela del tempo usando tre parole.
Le tre parole che userei per descrivere “Nella tela del tempo” sono passionale, coinvolgente e fuori dal tempo.
C’è un messaggio in Nella tela del tempo che vuoi che i tuoi lettori facciano proprio?
Il messaggio che ho voluto dare è di ritornare a riscoprire i nostri valori, la nostra scala valoriale e che siamo esseri fragili in balia delle nostre emozioni.
Hai una scena o un personaggio preferito. Se sì, quale? Una delle scene che amo di più è quella del capitolo “Labirinto di pensieri”, nel quale Velata analizza la sua vita. Mi è piaciuto moltissimo scriverla e ogni volta rileggerla mi dà una forte emozione. Un personaggio preferito? Non proprio, amo tutte le donne del romanzo, in tutte loro c’è una parte di me e in tutte loro trovo che abbiano una grande forza nell’affrontare quello che il destino riserva loro. Se proprio devo dirlo, penso che Eliza sia uno dei personaggi che ammiro di più, per la sua fragilità e per il suo accettare gli eventi.
Prima di salutarci parlaci dei tuoi futuri progetti di scrittura hai in cantiere una nuova opera? Di cosa parla?
Sì, ho in cantiere un nuovo romanzo, dal titolo “Il cuore non ha circonferenza”. E’ una storia d’amore tra una ragazza non proprio “filiforme” e un ragazzo che riesce ad andare oltre. Ho scelto questo tema perché io mi sono sempre sentita grassa o con troppe curve addosso.
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