I fidanzati dell’inverno: mentre la mia rete di contatti impazzisce per Echi in tempesta, ultimo libro della quadrilogia firmata dalla scrittrice francese, io mi sono finalmente decisa a leggere il primo.

Come sempre arrivo dopo la polvere. Erano due anni che I fidanzati dell’inverno attendeva con pazienza di essere letto. Ma io sono così, quando un libro è sulla bocca di tutti lo acquisto ma non leggo. Devo lasciare che l’interesse altrui scemi per poterlo affrontare senza alcun condizionamento.
Così quando la mia bolla di contatti ha cominciato ha impazzire per l’uscita dell’ultimo volume della saga (Echi in tempesta ndr), mi sono detta che forse era arrivato il momento di incominciarlo.
Ma procediamo con ordine.
Il mondo de I fidanzati dell’inverno è suddiviso in Arche, ciascun’Arca è abitata da una famiglia che discende tutta da un medesimo antenato.
La famiglia di Ofelia, la protagonista, vive su Anima e il clan di appartenenza è quello degli animisti, ossia di coloro che riescono ad addomesticare le cose. Ofelia però possiede anche un altro dono, quello di saper “leggere” gli oggetti. Ovvero una volta toccato un oggetto ne conosce la storia e di conseguenza quella del suo proprietario.
Tale dono è considerato molto raro, infatti oltre alla predisposizione è fondamentale che qualcuno insegni e aiuti a coltivare la sensibilità necessaria per la lettura.
Un giorno riceve una proposta di matrimonio, proposta che non potrà rifiutare, avendolo lei già fatto molte volte.
Il promesso sposo, Thorn, è un abitante del Polo, terra lontana e con una nomea non proprio felice.
Cosa avrà spinto un abitante del polo a chiedere in moglie un’animista? Perché tra le tante fanciulle la scelta per questo matrimonio combinato è caduta su Ofelia?
I personaggi sono molti. Tutti hanno una propria peculiarità grazie alla quale rimangono impressi nella mente di chi legge.
Anche se devo fare un appunto proprio su i due protagonisti.
Per quanto nel corso della narrazione Ofelia cresca, maturi e diventi sicura di sé è impossibile capire cosa voglia davvero.
Nel caso di Thorn credo che l’alone di mistero nel quale è avvolto duri un po’troppo.
Ho amato moltissimo Zia Rosaline, Gaela e la sciarpa, tre secondari, ognuno a loro modo completano l’intricato puzzle del mondo ideato da Christelle Dabos.
Proprio questa cosa dell’ambientazione che va componendosi lentamente davanti agli occhi del lettore, magari proprio grazie all’ intervento di nuovi personaggi la considero uno dei maggiori punti di forza del romanzo, assieme all’utilizzo della componente magica che resta si sovrannaturale ma è usata insieme alla tecnologia, aiutando così a declinare la cornice Steampunk in cui si iscrive l’opera.
Numerosi sono i cambi di registro all’interno del romanzo, ma nessuno di essi appesantisce lo stile che per quanto lento e ricercato mantiene viva la curiosità del lettore fino alla fine.(Nonostante la mole)
Un plauso va inoltre fatto ad Alberto Bracci Testasecca per l’ottimo lavoro di traduzione.
Indubbiamente i fidanzati dell’inverno è un romanzo al cui interno è possibile ritrovare rimandi ad altre opere: Alice nel paese delle meraviglie, la trilogia Queste oscure materie, Twilight e Cime tempestose, ma il pregio di mademoiselle Dabos è certamente quello di aver rimescolato/ rimaneggiato tali echi in maniera assolutamente nuova e innovativa.
Esempio novità e innovatività è anche la love-story tra i due protagonisti, non è assolutamente la classica storia d’amore a cui la narrativa contemporanea per giovani adulti ci ha abituato. Non so neanche se poterla definire storia d’amore.
In conclusione mi sento di affermare che i fidanzati dell’inverno è un ottimo fantasy con richiami Steampunk che senza dubbio ridà nuova vita ad un genere letterario che negli ultimi anni ha visto un proliferare di titoli ma rarissime perle.
Fidanzati dell’inverno. L’Attraversaspecchi. Vol. 1, Christelle Dabos, pp. 504 Edizioni E/o 16.00€ brossura e-book 11,90 €
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