
Torna in libreria Stefano Sgambati, con I divoratori romanzo che racconta con estrema lucidità la società odierna, sempre sull’orlo del precipizio.
I divoratori segna il ritorno in libreria di un autore che personalmente amo e stimo moltissimo: Stefano Sgambati.
Ma andiamo con ordine.
Siamo a Milano, più precisamente nel ristorante dell’hotel Principe di Savoia, Dove il pluripremiato chef Ceravolo ha costruito il suo tempio, ma questa sera non è lui sotto i riflettori, bensì una coppia di attori hollywoodiani Daniel William King e la moglie Sally Parson ospiti per una sera del locale.
Questo l’espediente narrativo che Sgambati escogita per raccontarci il mondo che si cela dietro all’aspetto patinato, ma non solo perché l’autore romano usa tutto questo per raccontarci anche le storie degli altri commensali.
Così attraverso una penna per certi versi molto più”visiva” che narrativa, dove il flashback è usato con maestria, il lettore si interroga su cosa voglia dire essere e apparire nella società contemporanea, su come i legami familiari ci influenzino e quanto contino la fama e l’esteriorità.
Come già detto in precedenza lo stile che Stefano Sgambati utilizza è uno stile cinematografico, veloce asciutto e con numerosi cambi di registro che rapisce portando chi legge in un mondo talvolta disturbante, ma che impone una riflessione ed è una spinta se possibile al cambiamento.
Essendo un romanzo corale è difficile soffermarsi su un personaggio in particolare, ma si può affermare che sono tutti molto ben delineati e realistici tanto che nel caso delle due celebrità americane ci si domanda se abbiano un corrispettivo nel mondo reale.
Non nego che qualche scena possa essere definita molesta proprio a causa della scrittura visiva e dell’immagine ad essa collegata, mi rendo perfettamente conto però che tutto è stato concepito perché il lettore potesse trovarsi insieme ai personaggi sull’orlo del baratro e insieme a loro trarre le proprie conclusioni.
Mi sento di affermare che I divoratori di Stefano Sgambati è un romanzo che conferma se possibile l’alta cifra stilistica dell’autore romano che dal 2014, anno del suo esordio come romanziere, è uno dei miei preferiti.
I divoratori, Stefano Sgambati, 204 pagine, cartonato, 18 €. Versione digitale disponibile.
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