Ddl Lettura: cosa, perché e un mio parere.

Ddl Lettura


Lo scorso 5 febbraio il Senato ha approvato il Ddl Lettura (Ddl Piccoli Nardelli, già ribattezzato legge sugli sconti dei libri); ma cosa prevede esattamente ?

Il 5 febbraio scorso il Senato della Repubblica ha approvato il Ddl Lettura e la mia rete di contatti Facebook è impazzita, o meglio si è divisa, com’era prevedibile tra librai indipendenti esultanti e lettori perplessi. Ma vediamo nello specifico cosa dice il disegno di legge:

L’articolo 2 illustra la nascita del Piano Nazionale d’azione per la promozione della lettura. Questo articolo stabilisce che il Ministero dei beni e le attività culturali e del turismo con cadenza triennale stilerà e attuerà un piano per promuovere la lettura finanziato da un fondo da 4.350.000 € annui (su questo punto tornerò perché è più interessante di quel che sembra).

Il capitolo 3 getta le linee guida per i patti locali per la promozione della lettura.

Al punto 4 si stabilisce che annualmente verrà “eletta” una Capitale italiana del Libro dopo una selezione (i cui criteri verranno stabiliti in una legge ad hoc). I progetti di tale città verranno finanziati con un massimo di 500.000 €.

L’articolo 5 enuncia la promozione della lettura nelle scuole; tra le altre cose definisce la nascita delle “scuole polo”, ovvero gli Uffici Scolastici Regionali attraverso specifici bandi nominano la “scuola polo” responsabile del servizio bibliotecario scolastico.

Il comma 3 lettera b, sempre art. 5, definisce che la scuola polo dovrà organizzare la formazione del personale addetto alle biblioteche scolastiche.

Nel Quarto comma si autorizza la scuola polo a spendere 1.000.000 € sia nel 2020 che nel 2021 proprio per la formazione degli addetti.

Nell’articolo 6 si annuncia la nascita della Card Cultura del valore di 100€ a favore dei nuclei familiari in difficoltà economica.

L’articolo 7 disciplina le donazioni di libri con riferimento alla legge del 19/08/2016 e sottolinea che queste, se riferite a libri non più commerciabili, sono esenti da IVA.

Arriviamo al famigerato articolo 8, quello sugli sconti.

L’articolo 8: in sostegno alle librerie indipendenti, si è deciso di abbassare il tetto massimo degli sconti portandolo dal precedente 15% al nuovo 5% (tranne che per i testi scolastici, dove passa dal 20% al 15%).

Gli editori potranno fare sconti non superiori al 20%, un mese l’anno (escluso dicembre). Lo sconto non potrà riguardare pubblicazioni edite nei sei mesi precedenti.

L’articolo 9: viene istituita la qualifica di “libreria di qualità”, ossia ci sarà un albo delle librerie meritevoli che verrà pubblicato all’interno del sito del Ministero.

Il titolo avrà validità triennale.

Le librerie potranno beneficiare del credito d’imposta che viene aumentato a 3.250.000 €

Cerchiamo di capirci un po’ di più. Perché abbassare il limite degli sconti?

In realtà questa mossa mira a ridurre il divario tra le librerie indipendenti (non affiliate ai marchi editoriali) e la grande distribuzione.

I librai indipendenti non hanno la possibilità di applicare sconti, perché il loro guadagno si aggira, crediamo, sul 30% (e in quella percentuale, oltre a ritagliarsi un guadagno, i librai indipendenti devono pagare tutti i costi di gestione); se a questo 30 togliamo un altro 15, la libreria è in pratica destinata a chiudere.

Le librerie di catena, essendo legate ai gruppi editoriali, hanno maggiori possibilità di assorbire i costi e quindi di fare sconti con più facilità. 

Si spera quindi con questa mossa di fare ritornare la gente ad acquistare in libreria.

Prima considerazione: Ma abbassare gli sconti servirà?

Potrebbe. 

Mi spiego meglio. Da quando collaboro con Gogol & Company vedo più da vicino il mondo dei librai, tutto l’impegno che mettono nell’appassionare la gente alla lettura, e certamente a parità di prezzo, o comunque con lo sconto ridotto, il confronto con un libraio “in carne e ossa” potrebbe rappresentare un valore aggiunto, senza contare poi che molti librai indipendenti che conosco hanno una propria tessera fedeltà (che offre comunque vantaggi). 

Ma siamo sicuri che passerà in secondo piano quanto segue: sento parlare di un libro alla tv/ alla radio/su youtube; mi siedo al pc, anche a notte inoltrata, e mi dicono che lo riceverò la mattina stessa?

Lo scopriremo tra dodici mesi, quando il Ministero stilerà un primo resoconto. 

Seconda considerazione, legata al Piano Nazionale d’azione per la promozione della lettura: 

Nell’articolo del Ddl Lettura legato al Piano, più precisamente alla lettera i, si dice che uno degli obiettivi sia:

“i) favorire la lettura da parte delle persone con disabilità o con disturbi del linguaggio e dell’apprendimento, anche mediante la promozione dell’utilizzo degli audiolibri e delle tecniche del libro parlato nonché di ogni altra metodologia necessaria alla compensazione dei bisogni educativi speciali”.

Quindi sono sicura che adesso tutti i miei amici librai che giustamente festeggiano per l’approvazione del Ddl Lettura da domani, se non l’hanno già fatto, si prodigheranno perché le loro attività commerciali siano accessibili anche ai portatori di handicap come me, giusto?

No, lo chiedo perché in quasi 10 anni di residenza a Milano, e nonostante una legge – quella sulle barriere architettoniche – abbia appena compiuto trent’anni, di librerie indipendenti accessibili all’ombra della Madonnina io ne ho trovata solo una, che tra le altre cose è solo parzialmente accessibile.

No, perché se così non fosse i portatori di handicap, di cui quasi 500.000 solo in Lombardia, e tra i quali moltissimi lettori forti, continueranno a scegliere per sé e le proprie famiglie l’acquisto on-line.

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