Canto di Natale di Charles Dickens
Canto di Natale: un classico senza tempo per iniziare bene l’anno.
Canto di Natale è senza dubbio l’opera più famosa di Charles Dickens, io però non l’avevo ancora letto, così grazie alla sfida di lettura ideata da Rosaria ho potuto rimediare.
Penso che la storia la si conosca un po’ tutti, ma un ripasso male non fa.
Siamo nell’Inghilterra ottocentesca, Ebenezer Scrooge è un anziano uomo d’affari misantropo che la sera della vigilia, rientrato a casa dopo una giornata di lavoro, trova ad aspettarlo il suo socio morto ormai da sette anni: Jacob Marley.
Da questo momento in poi comincerà per Scrooge un’avventura che lo porterà avanti e indietro nel tempo e lo cambierà nel profondo.
I personaggi sono molti, tutti individui ben delineati, quelli che mi hanno colpito di più sono le personificazioni di Ignoranza e Miseria.
Il narratore è esterno e inizialmente dialoga anche con il lettore. Ciò permette a chi legge di immergersi nell’atmosfera del romanzo e goderne come se a raccontarcelo fosse uno dei nostri nonni.
Pur essendo un’opera pubblicata per la prima volta nel 1843, tratta temi ancora molto attuali (l’egoismo che pervade la società, la mancanza di solidarietà, l’indifferenza e la mancanza di empatia verso il prossimo) assieme questi vi è un tema che pur essendo latente è molto potente, cioè quello della speranza nel futuro.
Lo stile è ovviamente quello di un classico, forse un po’ arcaico, ma per nulla ampolloso e godibilissimo.
Canto di Natale è un classico con sfumature di fantastico che fa riflettere e ci spinge al cambiamento.
Un romanzo breve da leggere e rileggere non solo a Natale.
A me è servito per iniziare l’anno con positività, speranza, gioia e perché no un pizzico di magia.
Per concludere vorrei utilizzare una frase di Pietro Citati:
Non amare Dickens è un peccato mortale: chi non lo ama, non ama nemmeno il romanzo.
Canto di Natale, Charles Dickens Garzanti pp.96 brossura 4.90€; 0.99 e-book
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